Qualche giorno fa, nei commenti di un post su Facebook si parlava di vendita allo scoperto di put. Stavo per fare un commento a mia volta, ma mi sono accorto che sarebbe stato troppo lungo e che l' argomento meritava di essere condiviso con i lettori del mio blog, così ho deciso di scrivere questo articolo. COS’E’. La vendita di put allo scoperto è una operazione alternativa o complementare all’ atteggiamento per così dire da “cassettista”. Come noto l’ opzione put consente a chi la detiene la possibilità, ma non l’ obbligo di vendere una data quantità di un determinato sottostante ad una scadenza prefissata. Ne consegue che chi scrive l’ opzione medesima, ovvero chi la vende allo scoperto si impegna dietro richiesta della controparte a comprare il sottostante a quel prezzo. ESEMPIO Supponiamo di essere non tanto dei traders, quanto degli investitori. Diciamo che per qualche motivo riteniamo che L’ azione Unicredit, attualmente quotata 3,196 potrebbe essere un affare se scendesse a 3 magari sull’ onda emotiva del presente ribasso al punto da metterci sopra 90.000 euro. Una possibilità che avremmo davanti sarebbe quella di attendere che il prezzo arrivi a 3 e comprare, magari inserendo un’ ordine buy limit per 3000 azioni . Un’ alternativa a questo potrebbe essere rappresentata dalla vendita di 30 put 3,00 scadenza 17 marzo incassando 20 Euro ad opzione, per un premio totale di 600 Euro. Alla scadenza dell’ opzione, se il prezzo sarà sopra a 3 non avremo comprato le nostre azioni, ce ne faremo una ragione e ci consoleremo col premio di 600 Euro; se il prezzo sarà leggermente sotto 3 avremo incassato parte premio e avremo comprato le 3000 azioni come volevamo ( visto che la nostra controparte avrà esercitato il proprio diritto), infine se il prezzo sarà di molto inferiore a 3 saremo in perdita, come lo saremmo stati nel caso in cui avessimo semplicemente comprato, fermo restando che ci siamo almeno messi in tasca il premio. Inoltre, se il prezzo dovesse scendere molto prima della scadenza e noi improvvisamente decidessimo che non ci interessa più comprare a 3 potremo sempre coprire la nostra posizione vendendo 3000 azioni unicredito. ATTENZIONE. Quando si copre una opzione scoperta si chiude il rischio dalla parte dell’ opzione, nel senso che anche se il prezzo del titolo andrà a zero le azioni comprate andranno a chiudere quelle vendute, ma dall’ altro lato si apre un rischio potenzialmente infinito dal lato dei titoli, se infatti il prezzo dovesse esplodere, ci si troverà solo con le azioni vendute allo scoperto, dato che la controparte non eserciterà il suo diritto. Questa precisazione è d’ obbligo, visto che in giro circola il mito che vendendo opzioni coperte si operi senza rischio… ATTENZIONE 2. Seppure superfluo, sia ben chiaro che l’ esempio è stato fatto con valori reali al fine di dare un’ idea più verosimile: SI TRATTA DI UN RAGIONAMENTO DI FANTASIA, CHE NON VOLEVA ESSERE UN SUGGERIMENTO DI ALCUN GENERE. Peraltro io non apprezzo, non consiglio e non pratico operatività da cassettista… LA STRATEGIA PREFERITA DAGLI ISTITUZIONALI Se esistesse un concorso per le strategie più amate dagli istituzionali questa non la farebbero partecipare nemmeno, visto che la sua vittoria schiacciante sarebbe scontata. Il motivo è presto detto: chi svolge asset managment spesso si trova a dover creare dei portafogli di titoli ed il suo obiettivo è quello da un lato di “muovere i soldi” e dall’ altro di performare qualcosina meglio del benchmark, nell’ ottica più ampia di mantenere il cliente e la managment fee. Ecco dunque che se io sono un fondo, prendo un titolo che le società di rating mi dicono potrebbe valere 30 perché i suoi fondamentali sono buoni e adesso vale 5 potrei decidere non di vendere le put 3 o le put 4, ma anche le 5 o le 6, con scadenze più lontane ( che ovviamente mi daranno premi molto corposi). Se alla fine dell’ anno mi troverò in mano il titolo con prezzo di carico 6 e prezzo in quel momento 4, poco male potrò fare una forbita supercazzola al cliente circa la bontà dei titoli che abbiamo in mano, rassicurandolo che basterà tenere duro, dato che le nostre analisi fondamentali guarda caso sono avallate niente meno che da Standard and Poor’s ( o chi per lui), secondo cui addirittura il titolo esploderà fino a 30… anzi quasi quasi sarebbe da comprarne più, adesso vedremo… ( e giù a vendere altre put ) CONCLUSIONI Sia bene inteso che quanto detto sopra non vuole essere un biasimo nei confronti degli asset manager, che in ogni caso fanno il loro lavoro e che comunque in molti casi ricevono una grossa mano anche da strategie del genere. La conoscenza di queste dinamiche può però essere utile a far comprendere a chi si affaccia al mondo delle opzioni, che ogni strategia ha una sua logica legata alle dinamiche del mercato, al capitale investito etc. La naked put si presta a logiche da investitore/cassettista. MA IO POSSO VENDERE PUT A LEVA IN ALTERNATIVA A VENDERE IL FUTURE… Un trader può anche vendere put anche con ottica speculativa a leva, ma questo è un’ altro discorso, visto che entrano in gioco i margini, le greche e la necessità di usare lo stop loss, pena la chiusura del conto e anche di più. Non sono insoliti casi di persone che hanno venduto call su titoli che poi sono esplosi del 100%, ne di altri che hanno venduto put a margine senza coprire l’ eventuale acquisto del sottostante con l’ importo sul conto che si sono poi visti chiudere le posizioni forzatamente. Vista in quest’ ottica a leva, la vendita di put non differisce dalla vendita scoperta di call.
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