La volatilità è una grandezza statistica che misura di quanto i valori di una popolazione ( che in questo caso è una serie storica) si discostano da una media di riferimento.
La volatilità, dunque, coincide statisticamente con la deviazione standard, che è tuttavia riferita al rendimento (cioè il rapporto tra la differenza di due chiusure successive e il prezzo di chiusura della prima). L' idea di cercare nella volatilità possibili idee di acquisto e vendita è molto logica. Trovare la volatilità è anche un ottimo modo per settare uno stop loss quando non c'è un elemento tecnico. Spesso, tuttavia il modo in cui la si cerca non è molto logico. In genere il ragionamento è questo: la volatilità è dell'1% quindi ci sono il 65% di probabilità che il prezzo resti nel range dell'1% e ben l'80% che resti nel 2% quindi si deduce che se il prezzo arriva a-1% si compra Questo ragionamento è tuttavia SBAGLIATO per due motivi: - Il primo è che ovviamente la volatilità è una conseguenza del movimento del mercato e non una causa. (Parzialmente quella implicita risolve il problema ma non senza un elemento di misura oggettivo) - Il secondo molto importante è che il rendimento dei prezzi NON segue una distribuzione normale, cioè pur essendo vero che molte volte la distribuzione è vicina a una media, è vero che è anche molte volte lontanissima, ovvero il mercato o è fermo o se si muove spazza via tutto. Questo è stato ampiamente dimostrato da Mandelbrot ma siccome complica tutto si fa finta che non sia vero... Ah che meraviglia la scienza!! - Il terzo motivo il più ovvio è che come tutte le cose che dipendono da una media dipendono appunto dalla media che si sceglie e come sempre per tutta questa roba una media breve è più vicina e aderente, ma meno rappresentativa Visto tutto il casino di cui sopra molti reagiscono in due modi: 1 faccio finta di niente e non voglio sentire questi discorsi 🙉 2 Uso un indicatore che almeno non tiene conto delle aperture e chiusure ma dell'intero range e sticazzi se è bassato su una media ( indicatore ATR) Dei due approcci è meglio il secondo per come la vedo io, ma la buona notizia è che come spesso accade, voi che mi seguite avete anche una terza via: il calcolatore di scala. Cos'è la scala? E' l'unità di prezzo fondamentale. Se avete studiato il trading geometrico saprete che il vettore non è che la sola e vera media mobile che esiste perché è il movimento risultante da una forza. Dividendo allora il range di un vettore per il numero di barre che lo compongono e poi ancora per la scala. Si otterrà un ATR molto più oggettivo. Un'alternativa matematicamente identica è quella di moltiplicare il valore del calcolatore per la tangente dell'angolo del vettore.
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